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Alla ricerca dei colori d’autunno – Viaggio in bici attraverso il Piemonte part. 5/6

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Nella notte regna il silenzio finchè, alle porte del giorno, il funky gallo dispettoso decide di intervenire per sedare la mia voglia di dormire. Un chicchiricchì dietro l’altro mi accompagna verso il mattino, una luce soffice, non ancora matura per dare vita ad un nuovo giorno, entra dalle fessure della mia tapparella.

Rinsavisco, mi sistemo, esco dalla mia camera spaziosa per entrare in quella accanto, con i miei tempi finisco di fare colazione, torno di la per sistemare le ultime cose e partire.

Casa del Ventiniere” azienda agricola. Le nocciole sono immagazzinate e restano qui in attesa di essere lavorate.

Nel capannone, accanto all’alloggio, c’è l’azienda di famiglia (visita il sito), tutte le nocciole dei lori campi vengono raccolte e portate qui. Il figlio più grande è già all’opera nel magazzino e parla in dialetto piemontese al telefono, sento che discute sull’acquisto di alcuni prodotti e capisco che si tratta di una produzione di qualità la loro, vuole il risultato e non merce di scarto.

Mi racconta della sua passione, il Go Kart: gare no stop, a tempo, in tutta Italia.

Sui ripiani di camera mia e in cucina tantissime coppe portano il suo nome.

Enormi cassoni hanno un’infinità di nocciole, questa è solo una parte di tutto il raccolto di Agosto.

Sono curioso e faccio alcune domande.

Il nocciolo è una pianta che, allo stato attuale, non viene minacciata da particolari insetti/malattie, gode di buona salute.

L’unico trattamento previsto è quello che salvaguarda la ghianda dalle punture di cimice.

Suo padre scuote i rami dei noccioli in diverse stagioni dell’anno, il trattamento non viene fatto se non cadono cimici dall’albero, saggia decisione.

Mi dice che le cose non vanno bene per tutti.

I vigneti delle prime colline (le attraverserò oggi dirigendomi verso Acqui Terme) sono stati colpiti da una malattia che distrugge interi appezzamenti, più volte si è tentato di rifare tutto da capo rimboccandosi le maniche, quando la passione è tanta non ci si perde d’animo di fronte alle prime sconfitte, una segue l’altra e molte persone sono rimaste senza lavoro.

Collabora con un ragazzo di quei vigneti con uno scambio di lavori alla pari, il ragazzo viene alla raccolta delle nocciole e durante la vendemmia è lui ad aiutarlo.

In magazzino si parte con l’individuazione delle pezzature, si calibra la macchina che spacca i gusci (un aspiratore divide i gusci dalle nocciole) e si raccoglie il prodotto (può contenere ancora pezzi di guscio, si passa ad un ulteriore setaccio).

Le nocciole malformate e quelle che non sono completamente pulite passano sopra ad un rullo alla supervisione attenta della sorella.

Si toglie manualmente tutta la parte marrone attorno al frutto e quelle che non perdono tutta la buccia vengono comprate ad un prezzo inferiore dalle pasticcerie locali.

“Casa del Ventiniere” azienda agricola. Laboratorio/cucina dove si preparano i dolci a base di nocciole.

Una volta pulite vengono lavorate nel laboratorio/cucina accanto ( alcune attrezzature: sbattitori industriali per uova, macchine per stendere la pasta sfoglia e quelle per tostare le nocciole).

I prodotti finiti sono: crema di nocciola spalmabile in vasetto, sacchetto di nocciole sgusciate ed intere (normali o tostate), biscotti vari, baci di dama, amaretti alla nocciola, brutti ma buoni, meringhe alla nocciola ecc…

 

Io ho comprato i 250 gr. della crema in vasetto (buonissima!!).

Molto bella questa visita in azienda, persone cordiali e disponibili.

 

Alle 8:30 riparto alla volta di Asti, 5 km per ritornare sul percorso tracciato. Ieri sera cielo stellato mentre questa mattina freddo e un bellissimo cielo azzurro fa da cornice agli scenari delle campagne Astigiane.

Attraverso la città nel caos mattutino, molto traffico, io come unico ciclista.

Silenzio assordante nei boschi di Montegrosso.

Mi dileguo velocemente nella periferia, mi posso finalmente assentare un po’ nei miei pensieri, principalmente belli, ad ogni incrocio perdo sempre di più contatto con la civiltà, piccoli passeriformi mi cantano le loro melodie virtuose adagiati sui rami più alti di questo rigoglioso bosco.

Tra le colline di Asti e Montegrosso ci sono molte piccole valli alte, strette e solitarie in cui sono custoditi i tartufi.

La natura si riprende i suoi spazi, mi addentro nella boscaglia lasciando la strada battuta.

Ci sono piccole riserve per la raccolta regolamentata del tartufo d’Asti. Una ragazza, poco lontano dalla sua Jeep, passeggia nel fitto della vegetazione con i cani, del tutto simili a cani da caccia, l’olfatto su quali piste li porterà?

Silenzio assordante nei boschi di Montegrosso, solo un leggero stiliccidio d’acqua dagli alberi, è l’autunno.

Ho rallentato la mia andatura per sentirmi parte di questo mondo che respira forte e che trasuda vita, mi sento completo come lo yin e lo yang di nuovo riuniti.

Mi basta giusto qualche pedalata per non perdere l’equilibrio, sono circa trenta minuti che affondo le mie ruote in questo giocoso tappeto scuro e foglie colorate, sono felice.

Il bosco si dirada e qualche prato verde si fa avanti, due caprioli colti alla sprovvista si allontanano dal loro cibo, sono silenzioso, quasi tutti i suoni che fluttuano nell’aria giungono a me, sono nel fondo di una valle stretta e alta.

Ritornano i noccioli, non ho trovato luoghi in Piemonte senza noccioli, dominio assoluto.

Agliano, paesaggio nel basso Monferrato astigiano.

Il primo paese attraversato è Montegrosso (sono già passato di qui il terzo giorno), si prosegue per Agliano seguendo la strada panoramica SP6 in cima alla lunga dorsale di colline. Arrivati al paese, la tentazione è quella di continuare sulla SP ma bisogna prestare attenzione alla svolta uscendo dal piccolo abitacolo, prendendo a destra la via Regione Crena e Scorrone, attraversare la SP 59 e proseguire dritto lungo Regione Salere e via Valcalosso (dopo aver guadagnato la cresta della collina), entrando a Canelli dopo una bella discesa su SP 41.

Le cantine vitivinicole si susseguono da giorni, a La Morra ci è mancato poco che comprassi una bottiglia di Barolo Chinato (subito ho pensato che Chinato stesse ad indicare la situazione che si viene a creare a berne troppo, più ne bevi più ti piega; adatto come aperitivo servito con ghiaccio oppure come digestivo) ma mancavano diversi giorni alla fine del mio viaggio piemontese e non ho voluto rischiare di rovinare un buon vino.

In questi ultimi km in località Salere, oserei dire quasi ad ogni civico, fanno la comparsa molte cantine vitivinicole, sospetto che i loro vigneti siano quelli intorno a me.

Qui posso finalmente permettermelo, all’azienda agricola Paltro Renato e figli Dario e Paolo compro un buon Barbera d’Asti DOCG da portare a casa ad un prezzo onesto (5 euro). Il proprietario mi spiega che a breve verrà anche ultimato il B&B (con una trentina d’euro sarà possibile pernottare e fare colazione).

“Piccola” pausa pranzo a Montegrosso.

A Canelli faccio sosta pranzo nella piazzetta pedonale del paese.

Il centro non è assolutamente interessante, durante la discesa mi è sfuggita la svolta sulla sinistra per la parte storica sulla collina, ma per quello che si vede da quaggiù non sembra meritare un granchè.

Da Canelli si segue semplicemente il collegamento principale su SP 105 verso Nizza Monferrato (merita una visita veloce, tenetevi tempo per Acqui Terme perché è una meraviglia d’epoca romana!).

I nizzesi hanno strane abitudini.
Assaggi divini in luoghi di pregio
La luce del trapasso sul paesaggio astigiano.

Le SP conducono facilmente da Nizza M. ad Acqui Terme tramite segnaletica stradale, l’unica deviazione consigliata è quella che sale fino ad Alice Bel Colle (418 m s.l.m.), strade con traffico assente o quasi.

Come suggerisce il nome, Alice Bel Colle sorge in posizione strategica e alcuni scorci nei pressi del paese rievocano paesaggi fiabeschi, sembreranno sciocchezze ma questo nome mi ha suggestionato davvero tanto facendomi credere d’appartenere alle storie di Alice nel paese delle meraviglie.

Alice Bel Colle fu in primis un possedimento dei Conti d’Acquesana fino al 1070, quando passò in parte sotto la giurisdizione dei Marchesi di Occimiano che ne cedettero i diritti ad Alessandria ed in parte ai Marchesi del Monferrato.

La sua cronistoria comincia a partire dai primi dell’800 sotto i Carolingi.

Dell’antico Castello degli Acquesana, rimangono pochi ruderi.

Transitando per le vie si viene proiettati indietro nel tempo.

Il raglio dell’asino che sale dalle colline sottostanti, l’anzianotto appostato all’ingresso dell’abitato che squadra da cima a fondo chiunque passi su queste strade, il giardiniere intento a liberare i muri del castello, disinfestandolo dalle piante rampicanti.

Si riparte alla volta di Acqui Terme scendendo a valle.

Se siete interessati a scoprire un po’ di storia su Acqui Terme fatelo con me nel prossimo articolo.

Vi racconterò le sue bellezze e cosa vedere di giorno e di notte.

Alla prossima viaggiatori!

 

Informazioni utili

Dove Dormire economico ad Asti:

Albergo Belvedere (fortemente sconsigliato)

Camera singola e colazione all’italiana, 35 euro.

Posizione:L’albergo dista < 1 km dal centro, quasi tutto in corsia ciclabile/pedonale e a un centinaio di metri dal bellissimo acquedotto di epoca romana.

Tra tutti gli alloggi in cui ho pernottato questo è decisamente il peggiore: scarsa pulizia (dietro la tenda della vetrata c’era una infinità di cimici) stanza fredda e pessima accoglienza alla reception.

Dove mangiare ad Acqui terme

Take away Kebab/pizza in Corso Italia.

Pizzeria d’asporto con tavolini Da Franco (ottima pizza) in via De Gasperi.

Link utili

Produzione e vendita, azienda agricola “Casa del Ventiniere”

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