Anello lungo nell’appennino reggiano
Casina – Pantano – Giavello – Marola – Migliara – Casina
Anno nuovo ed è subito nuova ondata di gelo siberiano.
La nebbia staziona sulla pianura padana come suo solito e si spinge fino alle porte della collina reggiana, oltre è un perpetuare di notti stellate e giornate soleggiate. Una gita fuori porta è un rimedio naturale molto efficace contro qualsiasi tipo di spleen invernale e si può tradurre in una fantastica passeggiata all’insegna della natura, del paesaggio e dei beni storici/culturali di cui è ricco l’appennino reggiano.
L’appennino reggiano è accessibile a tutti ed offre la possibilità di cimentarsi in diverse discipline sportive durante tutto il corso dell’anno, si può spaziare dal canyoning all’arrampicata, dall’escursionismo all’alpinismo invernale con ciaspole, ramponi o sci; insomma… il paradiso dello sportivo!
A tal proposito apro l’anno 2019 con questo interessante percorso ad anello nel cuore dell’appennino, compreso tra le valli dei torrenti Crostolo e Tresinaro.
Dati percorso
Lunghezza (km): 18
Dislivello positivo (m): 600
Tipo di percorso: sentiero, asfalto, tratturo
Segnaletica CAI: sentiero matilde (SM), 624A, 650
Cartografia: Carta escursionistica N°2 di GeoMedia.
“L’appennino reggiano”. Scala 1:25’000.
Descrizione itinerario
Prima parte
L’itinerario parte da Casina, paese da cui dipartono molti sentieri Cai, per poi spingersi verso piccole e tranquille valli interne scarsamente abitate dove si susseguono boschi misti, prati verdi e fondi agricoli.
Le Piagne, Piagnola e Pantano sono piccole frazioni abitate disposte in linea sulla collina nonchè primo affaccio sulla valle del torrente Tresinaro, sulla cresta spartiacque tra quest’ultima e quella del Secchia e sul monte Cusna (2120m) defilato in secondo piano.
L’insediamento rurale “La Piagna” è disposto su l’ultimo balcone terrazzato prima della discesa conclusiva tra i cespugli e la rada boscaglia a monte dell’impluvio ombroso e ghiacciato di un fosso, segue l’arrivo al borgo rurale cinquecentesco di Giavello.
Seconda parte
Giavello è il punto più a sud dell’itinerario, sulla strada del ritorno si risale il pendio del monte Le Borelle (827m) passando per Sorchio.
La valle del Tresinaro si manifesta un’ultima volta alle nostre spalle regalando un bello scorcio.
Il grande complesso edilizio composto da abbazia (chiesa di Santa Maria Assunta) e seminario di Marola* compare in prossimità della sommità, il luogo è avvolto nel silenzio dei boschi e da una pace senza tempo.
I boschi si riempiono d’alberi di castagno nei dintorni di Marola, in autunno si celebra la famosa festa della castagna (55^ edidizione), sono molte le persone che in questo periodo vengono a trascorrere una bella giornata tra i colori autunnali del bosco per raccoglierne il ghiotto frutto.
…
Il sentiero volge ad ovest e scorre a mezza costa sulla valle del Beleo per ricevere gli ultimi raggi di sole, transita dall’agriturismo “Il castello di Marola” e in località “la Villetta”, prosegue fino alla frazione di Migliara.
La vista spazia lontano verso la profonda valle del Tassobbio e i monti dell’appennino parmense, è un rincorrersi di dorsali abitate dove risaltano le tinte dal giallo al verde dei campi sottostanti.
Il percorso passa in quello che fu il sotto passo militare di Lunigiana (XVIII sec.) di Migliara e risale la collina alle spalle, sorprendente poter vedere ancora un paio delle cime più alte dell’appennino prima d’affrontare la discesa finale verso il paese di Casina.
Approfondimento
- Abbazia e seminario di Marola. L’abbazia presenta una facciata sobria che appare costituita da doppio saliente e ornata da un portale in arenaria, affiancato da semi-colonne con capitelli scalpellati ad intreccio. La chiesa venne edificata nella seconda metà del 1000 e rimaneggiata più volte fino ad ottenere l’aspetto attuale, una facciata di fine ottocento e di gusto neo-medievale, anche gli interni sono stati completamente modificati nei secoli.