La risalita del fiume Conca (Romagna). Due giorni dal mare al M Carpegna
Dati di viaggio
Bici consigliata: Gravel-MTB.
Giorni in viaggio: 2.
Km percorsi: 150 circa.
M dislivello +: 2000 circa.
Difficoltà: medio.
Modalità pernotto: camping o struttura.
Info di viaggio
Percorso natura fiume Conca Portoverde – Morciano di Romagna, n° sentieri: 035 dx orografica, 037 sx orografica.
Parcheggio Eremo della Madonna del Faggio – Cima M. Carpegna, n° sentieri: 101-102.
Passo Cantoniera – Sassi Simone e Simoncello trekking, n° sentieri: 118-17-119.
Intro. L’avventura che vorrei
Dicevano “bello” e si riferivano al Parco Regionale del Conero sulla costa adriatica.
Dicevano “bella” e si riferivano al Parco delle Cinque Terre sulla costa Ligure.
Tutto molto interessante ma dov’era quel formicolio d’avventura che mi stuzzicava?? Lontano da questi posti.
La cartina era come se stesse sussurrando la soluzione, era talmente ovvia che poi la vidi con i miei occhi.
Il fiume Conca sfiora la periferia di Cattolica (Portoverde) prima di gettarsi in mare, è solo la fine di una lunga e vibrante storia che prende il via alle pendici del monte Carpegna (1415m).
Questa è la risalita del fiume Conca dal mare alla sorgente (con divagazione al Parco Interregionale dei Sassi Simone e Simoncello) più divertente che ci sia.
Il mare in burrasca
Il mare in burrasca è impressionante, non avrei mai immaginato una partenza simile.
Quei turisti venuti in riviera con il sogno di un weekend tranquillo rimarranno delusi nel sapere che in mare ci sono onde alte due metri che scalciano furiose sulle coste di tutta quanta la Romagna.
La spiaggia è semi-deserta e viene sferzata dai venti gelidi provenienti dai Balcani, non si lascia avvicinare facilmente.
Cattolica cade prigioniera al forte vento tra sibili, beccheggi e raffiche sonore. La luce soffusa della primavera va in rotoli così come i granelli di sabbia sparsi per le strade. Addio calma piatta e tranquillità che risiedi abitualmente in questo luogo, è bastata la prima tempesta passeggera per eluderti.
Percorso natura fiume Conca (soft)
Spalle al mare e via sospinto dal vento! Prendo visione dell’entroterra cominciando a penetrare nelle colline con leggerezza. Modulando il paesaggio con estrema calma imparo ad assaporare ogni singolo passaggio sul percorso natura del fiume Conca. Amici che più amici non si può quando si tratta di volere bene a un percorso ciclo-pedonale (fondo sterrato/ghiaiato) così bene strutturato e curato come quello che parte da Portoverde e arriva a Morciano di Romagna.
Nel basso-medio corso del fiume è un’esplosione di colori senza esclusione di colpi.
Vigneti, uliveti, colture cerealicole e giardini domestici che con leggerezza e semplicità addolciscono il paesaggio antropico.
Difficile a dirsi e più bello a farsi con un giro per stradelli e sentieri di questa piccola e intima valle colorata a festa dalla spontaneità dettata da campi e alberi in fiore, assecondata dalla mano dell’uomo che sceglie di seguire gli usi della produzioni orticola locale (brassicacee e aglio lasciati maturare a seme).
Percorso natura fiume Conca (hard)
L’asfalto della strada provinciale è sempre in agguato, per i più temerari è possibile prolungare il piacere legato al percorso natura optando per i sentieri sconnessi a bordo fiume( Morciano di Romagna – Mercatino Conca. Breve guado per l’accesso finale al ponte del paese senza passare nella proprietà privata con i cani). L’ambiente naturale che li riguarda è davvero unico e prezioso, vale sicuramente la pena approfittarne in caso di fondo asciutto!
Medio-alto corso fiume Conca
I precedenti saliscendi sono tutt’altra cosa rispetto alla salita finale che mi guiderà fino alla vetta del monte Carpegna (1415m). La leggera strozzatura tra Mercatino Conca e la frazione di Conca innesca immediatamente la salita, contrassegnata da un graduale e costante aumento di quota. Una breve sosta al borgo di Monte Cerignone è l’occasione giusta per rifiatare ed ammirare il piccolo centro storico a ridosso del fiume.
Le dolci colline si dispiegano sotto i miei piedi dalla dorsale di Poggio Cesarini incutendo meno timore di quando ci si trova ad affrontarle nel bel mezzo della salita.
Lo sguardo spazia finalmente in territorio marchigiano scrutando l’orizzonte di monti celestiali (monte Cucco, monte Nerone e monte Catria).
Il monte Carpegna (1415m slm)
La salita imprevedibile del Carpegna taglia le gambe anche ai campioni italiani del ciclismo su strada. Ricorda che nulla può succedere se al tuo fianco hai una trattoria-bar ben fornita di piade romagnole e cascioni come quella di Calvillano, ultimo avamposto abitativo prima d’arrivare all’Eremo della Madonna del Faggio e alla cima.
Alcuni elementi nel paesaggio sono inequivocabili. Posso scorgere la linea di costa da dove sono partito, la città di San Marino arroccata sul monte Titano e, prossimo a dove mi trovo, il paese di Villagrande con il parco comunale monte Montone dove ho intenzione di trascorrere la nottata.
Tutto fantastico se non fosse che girandomi verso sud la favola continua in un potpourri di colline dalle sembianze gradevoli e bucoliche, decifrabili solo in minima parte a causa del controluce e della luce soffusa del tramonto.
Il Parco Interregionale dei Sassi Simone e Simoncello è il primo approdo per lo sguardo che scivola via dalla bastionate boschive della montagna in cerca di dettagli particolari.
Il parco Interregionale dei Sassi Simone e Simoncello
Queste due conformazioni rocciose (Sasso Simone e Sasso Simoncello) si ergono sopra una vasta cerreta (Cerreta dei Sassi, il cerro è un particolare tipo di quercia)venendo relegati in un paradiso naturale unico dove si può vivere qualche ora tranquilla a spasso per i sentieri che cingono le rupi, visto e considerato che i principali accessi veicolari si mantengono soltanto agli estremi del parco.
Aggirarsi tra le spaccature delle rocce verticali o visionarle soltanto dalla breve distanza è un modo come un altro per entrare in contatto con madre natura. Mi sono sentito partecipe e testimone di questo piccolo mondo eroso dai millenni ma che continua a dare un’incredibile sensazione di piacere e bellezza quasi come se il tempo che scorre non possa essere in grado di scalfirne l’essenza.
Per entrambi i Sassi esiste il modo di raggiungere la cima, sono sentieri (segnati) diversi ma molto affascinanti e si distinguono per l’aspetto puramente estetico, sportivo, storico, naturalistico e morfologico da cui dipendono. Pensate che sulla sommità piana del Sasso Simone c’era un’abbazia benedettina ( XI secolo, poi dismessa), postazioni strategico-militari (metà XV secolo) ad opera dei Malatesta (signori di Rimini) e una città-fortezza (città del Sole).
Quest’ultima venne pensata dalla famiglia Medici nel 1554 in uno dei luoghi più inaccessibili dell’Appennino, ad una quota mai raggiunta prima. Il progetto fallì a causa delle difficoltà legate ai disagi della popolazione e alle terribili condizioni climatiche.
Bravo Leonardo hai descritto perfettamente una valle verdissima e meravigliosa come quella del Conca, avventurandoti anche in tracciati naturalistici lungo il greto del fiume per immergerti completamente nella natura intatta. E’ la stagione migliore per contemplare il verde della valle che si presenta come un palcoscenico davanti agli occhi col sole alle spalle. Aggiungo che la giornata di Pasqua è stata sferzata dalla burrasca di tramontana a rendere elettrizzante il percorso. Infine ricordo ai tuoi amici lettori che sul Sasso Simone sono ancora presenti i resti della costruzione della Città Ideale voluta da Cosimo de Medici che già interpretava i sogni poi realizzati nel Rinascimento.
Ciao Alessandro che piacere averti qui!! Grazie delle tue parole e grazie del suggerimento, andrò subito ad inserirlo nell’articolo.
Quando avrò bisogno di qualche consiglio per la Romagna saprò a chi chiedere! 🙂